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31 dicembre 2013

Fondi Strutturali Europei, l’ennesima storia tutta Italiana.

A Partire dal 2000, ma in modalità differenti fin dal trattato di Maastricht, tutti i membri dell’Unione Europea hanno ottenuto fondi strutturali per lo sviluppo interno all’Unione. Nel settennato 2007-2013 l’Italia però ne ha usati solo il 40%.

6 miliardi – Tra le centinaia di leggi che il Governo Letta ha inserito nell’ormai tanto discusso “decreto milleproroghe” è comparsa, all’ultimo, anche una norma che salva 6,2 miliardi di fondi Europei destinati a tornare il 1 Gennaio 2014 a Bruxelles. Fino a due giorni fa, infatti, a causa di una classe politica ormai inesistente e di una burocrazia sempre più inefficiente, questi 6,2 miliardi, cifra di non poco conto in tempi di crisi come questi, sembravano essere scomparsi e nessuno, tra governo e opposizione, sembrava essersi accorto di questa anomalia. In un periodo in cui l’Euro e l’Unione Europea vengono quotidianamente additati come capro espiatorio di tutti i male, la mossa di non utilizzare i fondi strutturali Europei risulta non solo essere una decisione stolta e poco saggia ma addirittura rischia di essere contro-producente. Anche in questo caso, nonostante il governo si sia “salvato” in extremis dall’ennesima figuraccia Europea, a cui da anni a questa parte noi poveri italiani siamo abituati, l’autogoal è abbastanza pesante e le critiche a tale incapacità doverose.

Fondi Strutturali Europei – L’Italia, infatti, gode dei Fondi Strutturali Europei, fin dalla firma del Trattato di Maastricht. E’ fin dal 1993 che i membri aderenti all’Unione Europea ricevono dei fondi dal governo centrale di Bruxelles al fine di eliminare le profonde differenze tra le regioni più ricche e le aree meno avvantaggiate economicamente e socialmente. Tra il 1993 ed il 1999 i fondi furono pochi ma con l’avvento dell’unione monetaria i soldi messi a disposizioni per gli stati membri al fine di creare una comunità europea più omogenea e per la voglia di raggiungere nel lungo periodo una forma politica pienamente federata sono notevolmente aumentati. Tra il 2000 ed il 2006 i Fondi Strutturali Europei ammontavano a 195 Miliardi di Euro, mentre tra il 2007 e il 2013, tali politiche hanno toccato i 347 Miliardi. Il prossimo settennato, 2014-2020, vedrà i 28 paesi dell’Unione Europea impossessarsi di ulteriori 325 miliardi. L’Italia è riuscita sempre ad ottenere molti stanziamenti (circa 29 miliardi tra il 2000 ed il 2006, 50 miliardi tra il 2007 ed il 2013 e 32 miliardi tra il 2014 ed il 2020) ma, poi, come sempre accade, i governi non sono capaci di spendere i soldi, finanziamenti che spesso non vengono nemmeno richiesti!

Tra Soldi persi… – Tutti i vari governi che si sono succeduti nel corso di questi ultimi 13 anni hanno fatto a gara ad utilizzare meno Fondi Strutturali possibili. Se però tra il 2000 ed il 2006 i soldi utilizzati erano in linea con la media europea, circa il 50%, il che vuol dire che il nostro paese non utilizzò più di 10 miliardi di Euro, nel corso di questi ultimi 7 anni l’Italia ha fatto un uso pessimo dei finanziamenti europei utilizzandone solo il 40,6%, cioè meno di 20 miliardi su 50 disponibili. La media europea è stata del 53% e tra gli stati che hanno speso meno e peggio di noi troviamo solo Bulgaria (40,1%) e Romania (26%). La Germania ha speso circa il 61% dei soldi ricevuti (meno di quelli avuti dall’Italia), mentre la Francia ha speso il 52% dei finanziamenti avuti.

…e Soldi spesi male! - I sei miliardi che rischiavano di essere persi quest’anno e che il governo, leccandosi l’ennesima ferita, ha detto che spenderà per il “mondo del lavoro”, sono solo la punta di un iceberg che, giorno dopo giorno, diventa sempre più grosso e pericoloso da controllare. Il governo sembra un Titanic fuori controllo incapace di evitare il disastro. Tra il 2007 e l’anno che sta volgendo al termine il nostro paese ha fatto a meno di 30 miliardi di Euro e ha speso i restanti 20 miliardi richiesti in “modo poco efficiente, finanziando troppi progetti in maniera sbagliata” come ha più volte sottolineato nel corso di questi ultimi anni il Commissario europeo alle politiche regionali Johannes Hahn. Le regole inoltre sono chiarissime, che spende poco rischia di vedersi ridurre gli stanziamenti per il settennato successivo.

Considerazioni - Lasciando un attimo da parte i soldi tornati a Bruxelles tra il 2000 ed il 2006, i 30 miliardi non utilizzati dai vari governi Italiani corrispondono ad una cifra molto importante che potrebbe essere paragonata circa 8 volte l’IMU (argomento ricorrente del 2013), a circa 7 volte il salvataggio a spese dei contribuenti italiani di Alitalia e, come scriveva poco più di un anno fa il Sole24Ore, una cifra simile potrebbe essere utilizzata per ridurre la pressione fiscale di più di 5 punti percentuali.

Ovviamente queste sono solo teorie molto ipotetiche che puntano solo a far notare il valore di tutti i miliardi mai richiesti e/o utilizzati dai governi che si sono succeduti. I Fondi Strutturali Europei (che non vengono calcolati in modo diretto sul rapporto Deficit/Pil e Debito/Pil in quanto finanziamenti europei) vengono stanziati ogni anno con lo scopo ben preciso di continuare a sostenere una specifica politica di coesione economica e sociale che permetta ai paesi che un reddito pro capite inferiore alla media europea di poter recuperare rispetto agli altri concittadini europei.

Ancora una volta, dopo aver analizzato la mediocrità della politica Italiana, la domanda che ci si pone è la seguente: è davvero colpa degli altri se non riusciamo a portare a termine anche le più semplici politiche economiche e sociali cofinanziate dall’Unione europea?
La speranza come sempre è l’ultima a morire e si spera che le cose non potranno che migliorare ma rispondere alla domanda appena formulata lascia davvero sconcertati…

Giovanni Caccavello

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